L’incontro, ideale proseguimento o appendice del tema già trattato nel convegno del giugno scorso “Andrea Pazienza tra fumetto e poesia” ha cercato di penetrare in modo più analitico nei complessi processi mentali che stanno dietro le traduzioni tra un codice espressivo e l’altro (linguistico e visivo, ad esempio) che sostanziano le operazioni creative di trasformazione o reinterpretazione di opere in altre opere.
Soffermandosi in particolare su alcune delle tavole di Andrea Pazienza che illustra la pièce teatrale “Tentativo di descrizione di un banchetto in maschera a Parigi” di J.Prevert, la discussione si è soffermata sul dibattito sempre vivo tra fedeltà/tradimento che si accende ogni qual volta un’opera artistica attivi una riproposizione della stessa sotto un’altra forma estetica, o con un altro linguaggio artistico. Gli interventi, hanno focalizzato la difficoltà cui si va incontro nel transitare da un registro all’altro: difficoltà che è già a livello neuronale, alla base della percezione e di tutti quei meccanismi psicologici e sociali , individuali e collettivi che la influenzano. Ciò ha portato ad approfondire il carattere dell’arte contemporanea e ad individuarne gli aspetti più salienti che, senza rinnegare il passato e i grandi maestri del classicismo , si liberano dagli schemi e dai confini , slittando tra un territorio e un altro, fondendosi e rileggendo con materiali inusitati e nuovi mezzi tecnologici quello che in precedenza era più facilmente definito e definibile. Quest'ultimo aspetto va certamente ricondotto alla grande influenza della lezione duchampiana secondo la quale ogni oggetto, così come ogni performance creativa può diventare arte, in quanto è trasformativa del suo significato originario. E’ comprensibile quindi che la conseguenza più diretta consista nell’ impossibilità ad accostarsi all’arte contemporanea ( che sia essa illustrazione o scultura, letteratura o cinematografia , musica o danza) con un giudizio puramente estetico né tanto meno con il metro della valutazione comparativa, ma necessita di un’apertura orientata alla trasformazione dell’idea che la sorregge e alla ricerca che si mette in moto. Transcodificare è il tradurre un’opera in una nuova opera: è pertanto realizzare un’altra visione, non copia, ma re-visione; una tras-locazione da una dimensione nota a più sconosciuti luoghi della mente.
Soffermandosi in particolare su alcune delle tavole di Andrea Pazienza che illustra la pièce teatrale “Tentativo di descrizione di un banchetto in maschera a Parigi” di J.Prevert, la discussione si è soffermata sul dibattito sempre vivo tra fedeltà/tradimento che si accende ogni qual volta un’opera artistica attivi una riproposizione della stessa sotto un’altra forma estetica, o con un altro linguaggio artistico. Gli interventi, hanno focalizzato la difficoltà cui si va incontro nel transitare da un registro all’altro: difficoltà che è già a livello neuronale, alla base della percezione e di tutti quei meccanismi psicologici e sociali , individuali e collettivi che la influenzano. Ciò ha portato ad approfondire il carattere dell’arte contemporanea e ad individuarne gli aspetti più salienti che, senza rinnegare il passato e i grandi maestri del classicismo , si liberano dagli schemi e dai confini , slittando tra un territorio e un altro, fondendosi e rileggendo con materiali inusitati e nuovi mezzi tecnologici quello che in precedenza era più facilmente definito e definibile. Quest'ultimo aspetto va certamente ricondotto alla grande influenza della lezione duchampiana secondo la quale ogni oggetto, così come ogni performance creativa può diventare arte, in quanto è trasformativa del suo significato originario. E’ comprensibile quindi che la conseguenza più diretta consista nell’ impossibilità ad accostarsi all’arte contemporanea ( che sia essa illustrazione o scultura, letteratura o cinematografia , musica o danza) con un giudizio puramente estetico né tanto meno con il metro della valutazione comparativa, ma necessita di un’apertura orientata alla trasformazione dell’idea che la sorregge e alla ricerca che si mette in moto. Transcodificare è il tradurre un’opera in una nuova opera: è pertanto realizzare un’altra visione, non copia, ma re-visione; una tras-locazione da una dimensione nota a più sconosciuti luoghi della mente.
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